Sign In

La sensazione di entrare in un mondo dal sapore dell’antico, è presto esaudita

Gargano: la sua storia è la forza di un ritorno ad un turismo senza limiti e mai così moderno.

di Maurizio Varriano

Molti di voi lettori avrete sicuramente pensato a mete lontane, mete per le quali occorre viaggiare per ore, volare su oceani, non badare a spese.

Nulla di tutto ciò! Il mondo per far esperienze da luci mai fioche e se solo per volere di un cielo che di giorno rende giustizia alla luminescenza naturale, non indotta, e di sera si appresta a venir
coscientemente incontro a paradisiache condizioni di serenità visiva, è davvero dietro l’angolo: in Puglia. La Puglia che non ti aspetti, quella che spesso e volentieri balza alle cronache condite
di nero fumo, una Puglia di Santi, Re e Regine: il Gargano.

Gargano, soprannominato lo sperone d’Italia, è una subregione dell’Italia coincidente con l’omonimo promontorio montuoso che si estende nella parte settentrionale della Puglia, l’Antica Daunia. Gargano deriva dall’antico greco Gargaros, che significa “montagna di pietra”. Paolo Nespoli lo fotografò dallo spazio e ne immortalò la sua straordinaria bellezza e biodiversità. E’ stato al centro di un processo evolutivo e culturale fra i più proficui dell’Europa occidentale, come dimostrato dalla diffusa presenza dell’uomo paleolitico. Le innumerevoli grotte rappresentano capisaldi per lo studio della civiltà paleolitica, non solo in Italia ma in Europa. Il passaggio dal Paleolitico al Neolitico ha ulteriormente segnato il territorio con i ritrovamenti di forme di vita e di economia che diedero vita a villaggi ancora tipologicamente ben identificati. Il naturale passaggio dalla terra al mare e viceversa fece si che come in poche altre zone del Mondo, vi fossero insediamenti di popoli in cerca di stanzialità. Così la presenza dei Dauni con la testimonianza di necropoli dell’età del ferro, da quel mondo ricco di culti e cultura artistica tanto da accrescere grazie alla colonizzazione greca. Poi la lotta tra i Sanniti ed i Romani, l’appoggio a Roma da parte del popolo Dauno e il fiorente sviluppo economico dovuto alla posizione di ponte fra occidente ed oriente. Il Medioevo, grazie al Cristianesimo rese ancor più fulgido e vivo il territorio grazie al culto di San Michele Arcangelo e l’edificazione di monasteri ad esso intitolati per la venerazione. I Longobardi, particolare veneratori del Santo si convertirono e ne fecero il loro protettore. Presto il Santuario di Monte Sant’Angelo, divenne il principale centro di culto dell’intero occidente, modello per tutti gli altri santuari, e con esso tutto il Gargano. La successiva guerra Bizantino-gotica, apportò distruzione e decadenza economica. Ma come si sa, le favole riescono sempre a portarci felicità e buone novelle. Così il tempo ha arricchito il territorio, ha favorito incontri tra popoli, Normanni e Melo da Bari, tra i tanti con la vittoria sui Bizzantini dalla quale, proprio in terra Garganica, inizio la conquista Normanna dell’Italia Meridionale. Da qui la nascita di un vero e proprio “comitatus” che garantì ulteriore fiorente attrattività e costruzioni di gioielli culturali senza pari (si pensi alle cattedrali, ai castelli, ai palazzi) quali l’Abbazia di Tremiti. Tutte le opere caratterizzarono un nuovo linguaggio artistico che non passò indisturbato all’arrivo di Federico di Svevia, gli Angioini e gli Aragonesi. Venne istituita la Regia Dogana della Mena delle pecore di Foggia. Il territorio andò costruendosi in se una fittissima rete di tratturi, destinati al transito del bestiame, con presenza di poste, di masserie da campo e da pecore, nonché con i famosi e caratteristici recinti detti “jazzi”, si edificarono torri di difesa, lungo le coste garganiche. Poi i Borboni attenti ai bisogni reali dei centri urbani, ed i francesi che predilessero l’eversione della feudalità, il frazionamento del Tavoliere e la conseguente censurazione, l’abolizione della Dogana e la revisione dei catasti. Le terre furono sottratte al pascolo e al bosco, quindi dissodate e poste a coltura predisponendo un organico piano per la bonifica delle zone paludose, come quelle sipontine. Con l’avvento di Ferdinando II nel Gargano si evidenzia un ritorno al latifondo e alla transumanza, sorgeranno numerose masserie da campo e da pecore. Tralasciando il periodo delle grandi guerre, il Gargano ha assunto una funzione trainante nell’economia della Puglia, specialmente in riferimento allo sviluppo del turismo, nato in questo territorio negli anni ’60 del Novecento, che è una delle voci più attive di tutte le attività emergenti del Mezzogiorno, soprattutto con i suoi centri costieri e le bellezze naturali di quelli interni. Ha notevolmente contribuito a rendere la provincia di Foggia, la provincia pugliese con il maggior numero di turisti, che giungono da tutto il mondo soprattutto per visitare i centri religiosi di San Giovanni Rotondo (Santuario di San Pio), San Marco in Lamis (conventi di San Matteo e Stignano), Monte Sant’Angelo (Santuario di San Michele e Abbazia di Pulsano) e Manfredonia e quelli balneari di Vieste, Peschici, Rodi Garganico, San Menaio e Calenella di Vico del Gargano, Mattinata, Manfredonia, le Isole Tremiti, i laghi di Lesina e Varano, la Foresta Umbra, le frazioni balneari di Monte Sant’Angelo, Lesina, San Nicandro Garganico, Cagnano Varano e Ischitella, i siti archeologici sparsi su tutto il territorio come quello di Siponto a Manfredonia, Grotta Montenero. Dal passato ci si rende, così, conto che il Gargano è davvero una delle mete che consapevolmente determina conoscenza e bellezza. La storia ha tramandato identità, diversità, analogie, passioni, folklore, metodi, cucine dal sapore senza tempo, ma concrete nella certezza dell’eccellenza. Questa è la svolta per sconfiggere l’effimero della massa, riconsegnare ad ognuno di noi, turista e non per caso, quel quoziente di felicità che spesso non lo si trova per caso ma è costruito da un sistema proporzionato alla voglia di essere protagonisti di guerre perse, vinte, mai combattute, ma che nell’immaginario sono ancora lì, vivide nel contesto di chi nell’osservare ritrova in se quel pizzico di nostalgia di un passato mai vissuto ma che ha reso tutti noi consapevoli di averlo nel cuore poiché, se è vero quel che è vero, ogni cosa dell’Universo ci appartiene poiché anche noi come il “ Gargano “, veniamo da un passato, sconosciuto ma da conoscere, per gratificarne bellezze, storie, passioni, vita. Essere turisti in Gargano è come essere cittadini di esso, e per sempre.